Scritto da Gabriele Cavallo. Pubblicato in Legame armonico
Oggi mi trovo a chiacchierare con uno dei chitarristi emergenti del panorama Pugliese: vi parlo di Vittorio Martellotta,direttamente dalla città dei trulli, grande amico con cui ho condiviso una non breve esperienza di concerti. Ho sempre ammirato la sua ricerca del Suono, con la S maiuscola, il suo meticoloso e capillare studio sulla precisione.
Vittorio, come nasce l’amore per questo strumento? E in che modo ha cambiato la pianificazione del tuo futuro? Innanzitutto ti ringrazio per i complimenti e per avermi dato la possibilità di parlare del mio progetto. Diciamo che la musica è sempre stata presente nella mia famiglia, mio padre e il mio bisnonno fisarmonicisti, il mio nonno materno chitarrista e bassista, mia madre ascoltatrice seriale di musica anni ‘80, gli stimoli di certo non sono mancati. Tuttavia, in un primo momento da bambino non ero per nulla attratto dalla musica, men che meno dagli strumenti musicali (nonostante casa mia ne fosse piena).Ciononostante, verso i 10/11 anni, scattò qualcosa in me che mi portò verso la chitarra, e come accade molte volte in questi casi, iniziai a “giocare” con una chitarra inutilizzata che avevo in casa e con cui successivamente iniziai a prendere le mie prime lezioni. In tutto questo posso dire che la musica non ha cambiato la mia pianificazione del futuro. Ora che ci penso, ho sempre avuto chiaro il percorso che intendevo fare: studiare al conservatorio, migliorarmi e lavorare con la musica.
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Scritto da Gabriele Cavallo. Pubblicato in Legame armonico
Sono ormai settimane che, per ottemperare alle drastiche misure prese dal nostro governo, siamo costretti a una vita sedentaria e domestica nelle nostre abitazioni. Una routine ben diversa dal pre-virus, soprattutto per chi, frequentando le università, era costretto ad allontanarsi da casa per giornate intere. È una grande situazione di stallo per la musica viva, condivisa, attraverso l’intesa che solo una presenza fisica può dare. Anche le nostre amate band sono a casa, costrette ad attendere la riapertura dei locali. La mia riflessione però verte su un importante fattore, protagonista di questa quarantena: il tempo.
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