CONSERVATORI E LEZIONI ONLINE - PRO O CONTRO?
Sono ormai settimane che, per ottemperare alle drastiche misure prese dal nostro governo, siamo costretti a una vita sedentaria e domestica nelle nostre abitazioni. Una routine ben diversa dal pre-virus, soprattutto per chi, frequentando le università, era costretto ad allontanarsi da casa per giornate intere. È una grande situazione di stallo per la musica viva, condivisa, attraverso l’intesa che solo una presenza fisica può dare. Anche le nostre amate band sono a casa, costrette ad attendere la riapertura dei locali. La mia riflessione però verte su un importante fattore, protagonista di questa quarantena: il tempo.
Quanti di noi spesso dicevano “se avessi un po’ di tempo lo farei” riferendosi a un qualcosa che rimpiangevano di non aver mai fatto. Ecco questo è il momento giusto per darsi degli obbiettivi, per dedicarsi alla riflessione, a un’analisi attenta e, perché no, anche a un esame di coscienza. Per gli studenti, la situazione è assai complessa. Passare dai larghi ambienti di un ateneo ai freddi e stretti corridoi di casa non è facile. Ma il tempo a disposizione per studiare, quello sì che è oro colato. I contatti con i docenti però sono necessari, sia dal punto di vista burocratico (il rispetto delle ore e degli appuntamenti settimanali) sia per il forte legame che viene a crearsi negli anni tra gli estremi di questo sistema. Uno studente ha bisogno di essere seguito, di non essere lasciato in balia di se stesso in mezzo ad un oceano di consegne. Ecco perché si sono adottati metodi estremi per evitare lo slittamento delle lezioni a date incerte, procedendo con la didattica a distanza. La mia opinione a questo punto si scinde in due, perché riuscire a prendere una determinata posizione in questi casi è quasi impossibile. Ammetto di aver gioito nel rivedere i miei docenti, nell’aver condiviso qualche ora insieme a loro; è stato un piacere incontrare i volti dei miei compagni di corso e tornare a discutere allegramente riguardo le solite questioni armoniche. Ma a fine chiamata, quando la luce verde della webcam si spegne, ascolti l’eco delle tue risate rimbombare nella cameretta, perché le quattro mura le hanno intrappolate. Per quanto riguarda i conservatori, la questione della didattica a distanza a mio parere è sì realizzabile, ma non è da considerarsi come vero e proprio svolgimento delle lezioni. Parliamo ad esempio delle materie collettive quali musica da camera, musica d’insieme per fiati, pianoforte a quattro mani, quartetto d’archi, ecc..: suonare via Skype sembra abbastanza impossibile per i tempi di latenza dovuti alle differenze nella qualità di connessione tra gli studenti. Alcuni insegnanti hanno così deciso di scindere i gruppi e lavorare con i singoli nel frattempo, ma così, a mio parere, si perde la ratio delle materie, che richiedono proprio una costruzione dell’intesa con gli altri musicisti. C’è chi fa lezioni su Whatsapp, chi invia materiale audio e video ai docenti, chi invece si rifiuta categoricamente di approcciarsi a questi metodi e abbandona i propri allievi. Allora qual è la cosa giusta da fare? Continuare (purtroppo) a seguire queste direttive, continuare a sentire i nostri docenti e a confrontarci tra noi, e al contempo raggiungere un livello di intimità e di consapevolezza con lo strumento superiore a come l’abbiamo sempre immaginato. Ci ricorderemo sempre di questo lasso di tempo in cui, con sacralità e devozione, abbiamo finalmente dedicato del tempo a noi stessi.
Gabriele Cavallo
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