VINCENZO CALO’ LA “CONFERMA POETICA” FRANCAVILLESE
Intervista a cura di Antonio Di Lena
Intervista a cura di Antonio Di Lena
Ciao e benvenuto su "Suoni del Silenzio". Parlaci di questa tua ultima fatica, "622"... In effetti è stata proprio una fatica, c’ho messo 622 giorni per tirarlo fuori. “622” è un disco che racconta gli ultimi due anni appena passati, c’è una parte un po’ più triste e malinconica che va sempre di più verso una parte più solare, più spensierata e anche più cazzona.
Come nasce “Ogni tanto faccio un party”, scritto a quattro mani con Luca D’Aversa? Si, è stata una bella esperienza lavorare con Luca e credo che scriverò altre canzoni insieme a lui. “Ogni tanto faccio un party” in effetti parla purtroppo di questo triste periodo in cui siamo costretti a stare in casa. Il party per me rappresenta la voglia matta di tornare a fare concerti, credo sia una delle cose più importanti per chi fa parte del mondo dello spettacolo, spero davvero di poter fare qualche party quest’estate.
Intervista a cura di Vincenzo Calò
Benvenuto Alfonso! Senti, come si fa a godere di una sorpresa (bella o brutta che sia?)? Si può essere ancora fragili e dolci al contempo? Chi sa come fare ha capito anche l’essenza della nostra esistenza. Imparare a godersi i momenti ampliandone il tempo o a circoscrivere le negatività di un evento brutto è la vera sfida del benessere. È sicuramente una delle cose più difficili da imparare e io, nonostante mi impegni, non sempre ci riesco. La fragilità e la dolcezza credo si sposino perfettamente in una persona dall’alta sensibilità e questo fortunatamente nessuno può sovvertirlo.
Intervista a cura di Antonio Di Lena
Ciao e benvenuta su suonidelsilenzio.it La tua vita artistica quando nasce? Quando percepisci di dover esprimere al mondo la tua arte? Mi piace questo termine che hai scelto “vita artistica”, nasce il 31 marzo 1998 alle 14, con me. Sai perchè? Perché è esattamente la mia vita ad essere l’ Arte in questione: i miei vissuti, ciò che ho scelto che accadesse, ma soprattutto ciò che non ho scelto che succedesse, che mi è capitato, mi ha ferito e forgiato e mi permette oggi di guardare il Mondo con occhi sensibili.
INTERVISTA A PAOLO BORGI
Concludi e approfondisci la seguente affermazione: La musica italiana soffre di…? La musica italiana soffre di malinconia e di quel legame col passato che non si riesce proprio a tagliare... servirebbe un chirurgo o uno choc per ribaltare tutto e riconsegnare nelle mani dei cantautori la propria storia.