Scritto da Redazione Web. Pubblicato in Caffé letterario
La vera storia di Martia Basile di Maurizio Ponticello (Mondadori) Lo scrittore e giornalista napoletano Maurizio Ponticello pubblica per Mondadori “La vera storia di Martia Basile”, un romanzo storico basato su un fatto di cronaca realmente accaduto, con al centro una straordinaria protagonista femminile nella Napoli del XVII secolo. Tra luci e ombre quasi surreali, sensualità, tempeste, epiche battaglie contro i turchi e spionaggio internazionale, l’opera è ispirata alle vere vicende della donna, e si cala nelle pagine più autentiche della città di Napoli che già si stava preparando alla rivolta di Masaniello. Martia Basile è uno dei simboli della condizione femminile tra Rinascimento ed età barocca, eppure è di un’attualità sconvolgente.
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Scritto da Sergio Tardetti. Pubblicato in Caffé letterario
“SPORGENDOSI OLTRE L'ORLO DELL'ABISSO” di Sergio Tardetti. Entri senza bussare né chiedere permesso nelle poesie di Vincenzo Calò e ti ritrovi, a un tratto, sull'orlo dell'abisso oscuro e insondabile dell'infinito spazio-temporale. La vertigine che ti assale a una prima lettura è talmente forte che vorresti allontanarti da lì, distogliere il pensiero che si è già impaniato in quei suoni, in quelle parole, in quelle frasi e in quei versi e riportarlo alla materialità quotidiana che circonda, abbraccia e rassicura. Un'operazione apparentemente possibile e persino elementare, ma che incontra una qualche resistenza ad essere compiuta e completata, in virtù del fatto che ormai quelle poesie ti sono penetrate nel profondo della mente, ma soprattutto si sono insediate stabilmente nella psiche, e sollecitano a viva voce la tua presenza, per una seconda e più determinata lettura, almeno quanto la prima era stata decisamente cauta e frenata.
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Scritto da Antonio Di Lena. Pubblicato in Interviste
Intervista a cura di Antonio Di Lena
Benvenuto Vincenzo, anche se questa redazione in realtà è anche casa tua…È sempre un piacere avere a che fare con chi crede nelle mie capacità. SdS è la dimostrazione che le passioni si possono sviluppare senza l’intento di predominare sugli altri; piuttosto la reputo come una palestra per la sensibilità umana da manifestare sperimentando, sapendo di valere aldilà del giudizio seccante giacché popolare, da condannare insomma sollecitando gli utenti a dei comportamenti virtuosi benché fieri di appartenere alle minoranze, perché s’è vero che tutto torna allora noi sì che condividiamo la pazzia insita all’attesa dei sani ideali. Ci nutriamo di curiosità in forma autonoma, con lo sprezzo dell’emarginazione; a costo di andare controcorrente, di sfidare la modernità, raccogliamo opere artistiche tra il privato e il pubblico per concepire un modo autentico di partecipare nella società civile, volendo essere informati sulla libertà conseguente dai nostri stessi gesti, da scrutare giocoforza, consci di avere dei fondamentali, del buongusto, per non cadere nel vuoto sancito dal cattivo gusto.
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Scritto da Antonio Di Lena. Pubblicato in Interviste
Ciao e benvenuto su "Suoni del Silenzio". Parlaci di questa tua ultima fatica, "622"... In effetti è stata proprio una fatica, c’ho messo 622 giorni per tirarlo fuori. “622” è un disco che racconta gli ultimi due anni appena passati, c’è una parte un po’ più triste e malinconica che va sempre di più verso una parte più solare, più spensierata e anche più cazzona.
Come nasce “Ogni tanto faccio un party”, scritto a quattro mani con Luca D’Aversa? Si, è stata una bella esperienza lavorare con Luca e credo che scriverò altre canzoni insieme a lui. “Ogni tanto faccio un party” in effetti parla purtroppo di questo triste periodo in cui siamo costretti a stare in casa. Il party per me rappresenta la voglia matta di tornare a fare concerti, credo sia una delle cose più importanti per chi fa parte del mondo dello spettacolo, spero davvero di poter fare qualche party quest’estate.
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Scritto da Vincenzo Calò. Pubblicato in Interviste
Intervista a cura di Vincenzo Calò
Benvenuto Alfonso! Senti, come si fa a godere di una sorpresa (bella o brutta che sia?)? Si può essere ancora fragili e dolci al contempo? Chi sa come fare ha capito anche l’essenza della nostra esistenza. Imparare a godersi i momenti ampliandone il tempo o a circoscrivere le negatività di un evento brutto è la vera sfida del benessere. È sicuramente una delle cose più difficili da imparare e io, nonostante mi impegni, non sempre ci riesco. La fragilità e la dolcezza credo si sposino perfettamente in una persona dall’alta sensibilità e questo fortunatamente nessuno può sovvertirlo.
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